Jigoro Kano, nacque il 28 ottobre 1860 a Mikage, vicino a Kobe: è stato il fondatore del judo e una figura cruciale nell’educazione giapponese moderna. Proveniente da una famiglia benestante, era il terzo figlio di Jirosaku Mareshiba Kano, un commerciante e funzionario governativo. La madre, Sadako, morì nel 1869 quando Kano aveva solo 9 anni, lasciandogli un profondo senso di indipendenza e forza interiore. Kano, gracile di costituzione, affrontò fin da giovane i maltrattamenti dei coetanei e sviluppò presto un forte desiderio di imparare a difendersi.
Nel 1871, a 11 anni, si trasferì con la famiglia a Tokyo, una città in rapida trasformazione in seguito alla Restaurazione Meiji. Questo evento storico, iniziato nel 1868 (quando Kano aveva 8 anni), segnò il ritorno al potere dell’imperatore Meiji e la fine dello shogunato Tokugawa, che per secoli aveva governato il Giappone con un sistema feudale. La Restaurazione Meiji mirava a modernizzare il paese, aprendo le porte alle influenze occidentali, riformando l’esercito e l’industria e incentivando l’educazione secondo nuovi modelli. Uno degli effetti della Restaurazione fu un calo d’interesse per le arti marziali tradizionali, come il jujitsu, considerate retaggi di un’epoca arcaica di guerrieri samurai.
All’età di 17 anni, nel 1877, Kano si iscrisse all’Università Imperiale di Tokyo, dove studiò letteratura inglese, filosofia e scienze politiche. La debolezza fisica continuava a essere per lui un problema, e Kano cercava un modo per rafforzarsi. Nonostante il jujitsu fosse meno popolare, decise di impararlo per aumentare la sua resistenza. Dopo una lunga ricerca, trovò un maestro, Hachinosuke Fukuda , specializzato nel Tenjin Shinyo-ryu, uno stile che combinava tecniche di immobilizzazione con colpi di braccia e gambe. Kano studiò sotto Fukuda fino alla sua morte improvvisa nel 1879, quando Kano aveva 19 anni.
Successivamente, Kano continuò lo studio con Masatomo Iso, un altro maestro di Tenjin Shinyo-ryu, che insegnava l’arte con un approccio metodico e riflessivo, ispirando Kano a comprendere la filosofia profonda dietro le tecniche. Tuttavia, Iso morì nel 1881 (21 anni) e Kano passò allora sotto la guida di Tsunetoshi, Iikubo maestro del Kito-ryu, uno stile che si concentrava sulle proiezioni e l’uso della forza dell’avversario. Il Kito-ryu divenne un’influenza decisiva per Kano, poiché il concetto di “flessibilità” insito nelle tecniche del Kito-ryu sarebbe diventato il pilastro del judo.
Nel 1882 (a soli 21 anni), Kano fondò il Kodokan, il suo primo dojo, in una piccola sala del tempio di Eishoji a Tokyo. Il Kodokan, che significa “luogo per studiare la via”, rappresentava la filosofia di Kano: non voleva semplicemente creare una tecnica di combattimento, ma una vera disciplina di crescita personale basata su valori come il rispetto, l’autocontrollo e l’educazione fisica. Il judo era molto diverso dalle altre arti marziali, poiché Kano rimosse le tecniche più pericolose del jujitsu, rendendolo più sicuro e adatto a tutti.
Uno dei momenti di svolta per il judo avvenne nel 1886, quando il Kodokan fu invitato a una serie di combattimenti con la prestigiosa scuola Yoshin-ryu di Hikosuke Totsuka. Nonostante il Kodokan fosse una scuola giovane e con pochi membri, gli allievi di Kano vinsero 12 dei 15 combattimenti, dimostrando l’efficacia del judo rispetto agli stili di jujitsu tradizionali. Da quel momento, il judo guadagnò una grande fama in Giappone.
Parallelamente, Kano ebbe una brillante carriera accademica. Dopo essersi laureato, divenne insegnante e nel 1886 (a 26 anni) fu nominato direttore della Tokyo Higher Normal School (Shihan Gakko), la principale scuola per la formazione degli insegnanti. Convinto che l’educazione fisica fosse fondamentale per lo sviluppo integrale della persona, lavorò per promuovere l’attività fisica nelle scuole giapponesi, ispirandosi ai metodi educativi occidentali che combinavano studio e sport. I suoi principi “Seiryoku Zenyo” (massimo impiego dell’energia) e “Jita Kyoei” (mutua prosperità e beneficio reciproco) rappresentavano il cuore della filosofia del judo.
Il 1909 (Kano aveva 48 anni) segnò un’altra tappa importante: diventò il primo giapponese a far parte del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Convinto sostenitore dello sport come veicolo per la pace, viaggiò in Europa e negli Stati Uniti per conoscere le metodologie educative occidentali, integrando questi principi nelle scuole giapponesi. Durante questi viaggi, Kano promosse il judo come disciplina globale. Grazie al suo impegno, il judo iniziò a diffondersi all’estero, specialmente in Francia, dove i suoi allievi aprirono dojo e formarono nuovi praticanti.
Negli anni ’30, Kano continuava a essere una figura rispettata e influente. Il suo sogno era di vedere il judo diventare uno sport olimpico. Morì il 4 maggio 1938, a 77 anni, a bordo della nave Hikawa Maru, mentre rientrava in Giappone dopo una riunione del CIO al Cairo. Il suo desiderio si realizzò nel 1964, quando il judo fu ufficialmente inserito come disciplina olimpica ai Giochi di Tokyo.
Il lascito di Kano vive ancora oggi: il judo non è solo un’arte marziale, ma un vero sistema educativo che promuove il rispetto, l’autodisciplina e la cooperazione, incarnando la sua visione di una società in cui le persone crescono insieme attraverso l’aiuto reciproco.